La Campania è una delle regioni italiane dove la natura è stata particolarmente benevola. Non si direbbe, ma soprattutto grazie al vulcanesimo (in particolar modo grazie a quello relativo a Roccamonfina e a quello dei Campi Flegrei) oggi abbiamo un suolo estremamente ricco e favorevole alla coltivazione e al ricco sviluppo della vegetazione.
I Campi Flegrei offrono prodotti tipici con sapori unici direttamente dalla loro terra o dal mare, riuscendo ad accontentare tutti i gusti e le mode attuali in termini di alimentazione. Essi sono:
Prodotti ittici
- Le Alici Puteolane o di Pozzuoli, prodotto semilavorato che prevede la salatura delle alici, la messa sott’olio e la macerazione in vasi di terracotta.
- Molluschi e Frutti di Mare, in particolar modo cozze, vongole veraci, telline, cannolicchi. I primi impianti documentati per l’allevamento dei molluschi furono quelli di Sergio Orata e di Lucullo, durante la fine della repubblica romana e l’inizio dell’Impero. I Campi Flegrei vantano una tradizione più che millenaria nell’allevamento di questi prelibati bivalvi.
Prodotti della terra
- La Cicerchia o Cicercula, un legume particolare vagamente simile ai ceci, già apprezzato e coltivato ai tempi dei romani, piantato tra gennaio e febbraio e raccolto a fine luglio.
- La Fava dei Campi Flegrei Vuttulana, sempre di antichissima tradizione, questo legume è forse quello più coltivato, apprezzato e conosciuto nei Campi Flegrei. Quasi sempre consumato crudo
- Pisello Santa Croce, una varietà di piselli coltivati in particolar modo a Quarto (Flegreo). Sono molto dolci e spesso vengono consumati freschi.
- Il Pomodoro Cannellino, la coltivazione ha origini databili, secondo testimonianze indirette, almeno dalla fine dell’800. La peculiarità del suo radicamento territoriale risiede nella sua capacità di adattarsi al pedoclima dell’area flegrea caratterizzato da terreni vulcanici sabbiosi.
- Il Mandarino Flegreo, di cultivar Avana, che rappresenta il mandarino comune diffuso nel meridione d’Italia; l’ambiente ed i terreni vulcanici conferiscono ai frutti caratteristiche organolettiche peculiari.
- Il Limone di Procida, una varietà molto particolare della cultivar “femminello ovale” che, reclusa all’habitat isolano, si è evoluta traendo ricchezza da suolo fertile, regalando frutti di pezzatura notevole ed un sapore molto dolce, rendendolo particolarmente apprezzato nella preparazione di liquori e limoncello.
- La Mela Annurca o Mela Orcula, è una varietà speciale della mela, con origini 100% flegree. La sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano e in particolare nella Casa dei Cervi, testimonia l’antichissima legame dell’Annurca con il mondo romano e la Campania Felix in particolare. Luogo di origine sarebbe l’agro puteolano, come si desume dal Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Proprio per la provenienza da Pozzuoli, dove è presente il lago di Averno, sede degli Inferi, Plinio la chiama “Mala Orcula” in quanto prodotta intorno all’Orco (gli Inferi). Oggi possiede il bollino I.G.P.
I vini dei Campi Flegrei
I vini sono probabilmente uno dei più apprezzati ed esportati prodotti flegrei. I vitigni della zona flegrea esistono da centinaia d’anni; portando alla luce le sue antiche origini, nei dintorni del lago d’Averno, dove sono coltivati ancora a “piede franco”. La fillosserica in quest’areale, non si è mai manifestata grazie alla tessitura e natura dei terreni vulcanici. Oggi viene coltivata nei luoghi della prima colonia ellenica, un territorio di matrice vulcanica e per questo dotato di grande ricchezza nutritiva. Una fondata ipotesi è che l’origine del nome “Falanghina” è dovuta al tutore in legno di sostegno alla vite detto localmente “falanga”. Spesso si riscontrano i vecchi sistemi di allevamento a propagine lunga “metodo Puteolano” con piante secolari.
- DOC Campi Flegrei, comprendono: bianco, rosso, Falanghina, Piedirosso o Pér e palummo rosso, Piedirosso o Pér e palummo rosso riserva, Piedirosso o Pér e palummo rosato, Piedirosso passito, Falanghina passito, Falanghina spumante
- DOC Ischia, comprendono “Ischia” bianco, anche superiore e spumante, “Ischia” rosso, “Ischia” Forastera, “Ischia” Biancolella, “Ischia” Piedirosso o Per’ e Palummo, anche passito.