L’etimologia del nome
Il nome Procolo ha, molto probabilmente, una duplice origine: da una parte è una variante del nome di origine greca Proclo, dall’altra potrebbe derivare dal vocabolo latino procul che significa “lontano” col possibile riferimento al “nato lontano dal padre, nato mentre il padre era lontano”.
La forma femminile del nome è Broccola (in dialetto puteolano Bruculella, Brucculella o Pruculella), caduta ormai in disuso ma frequente in passato nell’Agro romano.
L’origine latina è quella più accettata, specialmente a Pozzuoli, l’antica Puteoli, in passato terra di pescatori e commercianti che per i lori affari spesso stavano lontano dalla loro terra per diversi mesi all’anno.
Quanti san Procolo?
Di martiri col nome Procolo venerati dalla chiesa cattolica se ne contano almeno cinque, c’è il san Procolo venerato a Terni (14 febbraio e 1 maggio), a Bologna (1 giugno), a Autun (4 novembre), a Pozzuoli (16 novembre) e a Narni (1 dicembre). Nella seconda metà del ‘900 si approfondì la cd. “questione procoliana” a seguito di studi che hanno ridotto tutti i cinque martiri a uno solo, quello di Bologna.
A nostro parere la tesi è poco convincente in quanto non tiene conto delle antiche passio che rappresentano l’antica storia-tradizione delle comunità ecclesiastiche. Alcuni studiosi hanno messo in relazione la nascita del culto del santo a Bologna con la trascrizione del codice 1473 dell’Università di Bologna (cd. Atti Bolognesi) avvenuta nell’abbazia bolognese di Santo Stefano detta di Gerusalemme, in realtà anche questa ipotesi poco ci convince in quanto la prima testimonianza del culto di san Procolo a Bologna è del 1075, quando nella città fu costruito un monastero dedicato ai SS. Procolo e Nicomede.
La “questione puteolana”
Ammesso che il san Procolo venerato a Pozzuoli sia un santo a sè e quindi non identificabile in nessuno degli altri quattro prima menzionati si apre un’ulteriore questione tutta puteolana. La chiesa di Pozzuoli venerava due santi quasi omonimi che la tradizione ha spesso confuso ed unificato: il primo è Proculo che subì il martirio insieme alla madre Nicea nel III secolo, l’altro è quello generalmente noto, Procolo, compagno di martirio (nel 305) di san Gennaro e patrono della città e diocesi di Pozzuoli.
San Proculo
L’opera è di Artemisia Gentileschi, firmata con le iniziali “A G F” intrecciate, databile tra il 1636 ed il 1639. Le prospettive dello sfondo, probabilmente, sono opera di Viviano Codazzi.
San Procolo
La storia del santo che si ricorda il 16 novembre a Pozzuoli è ben nota essendo stato compagno di martirio di san Gennaro e di altri martiri. Ciò che invece è poco noto è che fino al 1718 questa solennità veniva celebrata, da tempo immemorabile, il 18 ottobre; fu trasferita alla data che oggi conosciamo per consentire ai puteolani di partecipare alle celebrazioni con maggior agio, in quanto meno impegnati nei lavori dei campi.
Sul finire del V secolo il tempio di età augustea sull’attuale rione Terra fu trasformato in chiesa cristiana e poi dedicato a san Procolo ma a san Procolo era intitolata un’altra chiesa nell’agro puteolano (in località Sexana), in prossimità del pretorio di Falcidio, attestata in un documento datato 20 maggio 1032 ma certamente risalente a epoca molto più antica.
Domande
Si aprono ora alcune questioni che al momento non trovano risposta: san Proculo e san Procolo sono la stessa persona? San Proculo è realmente esistito o è identificabile in qualche altro martire che porta il nome Procolo? Il 18 ottobre i puteolani ricordavano il martirio di san Proculo figlio di santa Nicea oppure di san Procolo compagno di martirio di san Gennaro? E il tempio di età augustea sul rione Terra venne inizialmente dedicato a san Proculo o a san Procolo?