L’attuale parco pubblico di Pozzuoli è degno di una visita per una passeggiata in tranquillità nel verde, ma anche nella storia: difatti l’area è prossima all’antico foro cittadino e nella stessa sono state rinvenute moltissime preesistenze romane anche di età repubblicana. Tanto per cominciare, presso in negozi in Via Rosini furono effettuate molte indagini archeologiche: i pavimenti di tali edifici sono perciò dotati di lastre di vetro strutturale per ammirare i ritrovamenti sottostanti, perlopiù ambienti urbani, tabernae, magazzini. Gli stessi continuano e sono direttamente osservabili in Villa Avellino, seppur spesso vandalizzati e lasciati all’incuria. Adiancenti ad essi vi è anche un’altra cisterna romana, detta Cento Camerelle (da non confondersi con la cisterna Centocamerelle di Bacoli). Potremmo dire invece che la “mascotte” della villa è diventata la celebre Fontana Romana a Mascherone di età Flavia, ancora oggi in funzione, sebbene il suo ritrovamento fu fatto altrove. Villa Avellino è oggi il nome dei giardini della magnifica proprietà omonima: la sontuosa villa fu edificata nel 1540 dai principi Colonna di Stigliano. Il palazzo rimase di loro proprietà fino al 1797, quando fu venduto ai Padri Benedettini della Congregazione di Montevergine. La proprietà passò ai Duchi di Lusciano fino al 1836, anno in cui la proprietà fu venduta all’archeologo Francesco Maria Avellino, dal quale il palazzo prese il nome. Alla base di tale villa si trova una grande cisterna romana denominata Piscina Lusciano.
Nell’area dell’ex Educandato Maria Rosini, sorgeva quindi il foro romano. Purtroppo però l’unica cosa possibile da osservare sono un gruppo di tabernae in uno scavo rettangolare presso l’edificio dell’Agenzia delle Entrate. Alcuni scavi sono stati realizzati tra le fondazioni degli edifici e hanno constatato l’esistenza di terme pubbliche, una piazza basolata con Ninfeo monumentale e altre strutture.
Proseguendo per la strada, si arriva al Viale Capomazza e pendio di San Giuseppe, altri luoghi in cui i resti romani sono ben visibili, inglobati nell’abitato moderno. Di particolare menzione vi è l’area di scavo del cosiddetto Collegium dei Tibicines (un collegio, ordine romano, dei suonatori di Flauto), e sempre nell’area ritrovamenti hanno ipotizzato vi fosse anche quello degli Scabillarii (suonatori dello scabillo).
Ormai si è giunti all’ingresso storico del Rione Terra, certamente uno dei primi e più importanti nuclei della città di Puteoli. L’abitato romano ricalcava fedelmente quello attuale, in particolar modo relativamente alle vie principali (cardi e decumani), ed è totalmente conservato al di sotto dell’abitato moderno in un percorso archeologico unico al mondo. I resti romani sono ovunque, sottoterra, sopra e all’interno degli edifici moderni. Si manifestano con tutta la loro intensità nel Tempio-Duomo, originariamente Tempio di Augusto, periptero estastilo, e successivamente trasformato in edificio di culto cristiano. Oggi è un palinsesto di culture e di generi architettonici, magistralmente restaurato dallo studio Marco Dezzi Bardeschi.
Dal 2016, inoltre, presso il Rione Terra è possibile visitare il Museo Diocesano di Pozzuoli.