Non tutti sono a conoscenza dell’anfiteatro repubblicano di Puteoli, più piccolo e antico dell’anfiteatro Neroniano Flavio, sempre a Pozzuoli.
A differenza di gran parte delle altre città romane, il precedente anfiteatro non è stato distrutto e ricostrutito o semplicemente ampliato per aumentarne la capienza. A Puteoli il nuovo anfiteatro fu edificato in un sito diverso (ma molto prossimo) all’anfiteatro antico, e, per diversi anni, entrambi gli anfiteatri furono impiegati contemporaneamente per gli spettacoli.
Se ne ha una chiara testimonianza in Svetonio che parlando dei celeberrimi ludi che davansi al tempo di Augusto a Pozzuoli, narra che in uno degli spettacoli, la calca del pubblico fu tanta che un senatore romano dov’è essere escluso: ingiuria grave alla quale Augusto volle riparare, fissando norme e regolamenti per l’ammissione e per l’assegnazione dei posti ai pubblici spettacoli. Più tardi, sotto il regno di Nerone, nell’anfiteatro più antico di Pozzuoli, si celebrarono (secondo Dione Cassio) con gran solennità, a spese del liberto imperiale Petronio, magnifici ludi con venationes in onore di Tiridate, designato re d’Armenia (a. 66 d.C.). E l’anfiteatro ebbe in quella circostanza un pubblico d’eccezione, spettatori etiopici ed esotici convenuti a rendere onore all’ospite regale; e Tiridate prese tanta viva parte allo spettacolo che per dare un segno del suo regale gradimento e della sua valentia, saettò dal proprio seggio le fiere e d’un sol colpo, riferisce lo storico, ferì ed uccise due tori.
Altra testimonianza era data inoltre dal già ricordato vaso di vetro d’Odemira, in cui, insieme con altri edifici puteolani, sono raffigurati due anfiteatri, l’uno sovrapposto all’altro: l’uno inferiore contrassegnato dall’emblema del flagello, come se fosse destinato alle venationes; l’altro superiore contrassegnato da una palma, come se fosse più propriamente adatto a combattimenti fra gladiatori.
Le rovine del minore e più antico Anfiteatro puteolano, non identificato fino a non molti anni or sono, sono state chiaramente riconosciute in seguito ai lavori dell’apertura del tronco della direttissima Roma – Napoli, che ha dovute attravesarle poco dopo la stazione di Pozzuoli Solfatara e il cavalcavia in ferro sulla via Nuova della Solfatara. A 100 metri circa a nord – est del grande anfiteatro d’età Flavia, e in prossimità del cavalcavia, si scorgono ancora una decina di arcate in opera incerta che sostenevano da quel lato la curva della cavea; altre arcate, più o meno deteriorate e sepolte fra i vigneti, si seguono lungo il lato d’oriente al di sopra dell’antica Via delle Vigne; ed infine, nell’apertura della trincea ferroviaria, verso monte, si mise in luce un settore della summa cavea terminante in alto con una galleria (crypta), in cui si aprono delle porticine arcuate per la discesa alle scalette ed alle gradinate dei cunei. Stando ai rilievi eseguiti, gli assi dell’ellisse misurerebbe rispettivamente m.130 e m. 95 circa. Particolari della costruzione ci sfuggono; ma il fatto stesso della costruzione di un secondo anfiteatro, a poca distanza dal primo, induce a supporre che l’anfiteatro più antico, costruito secondo il tipo e lo schema di quello pompeiano, senza cioè sotterranei per le fiere e per tutti i servizi necessari alle venationes, dov è presto esser giudicato inadatto per tal genere di spettacoli. La costruzione dei sotterranei e la disposizione più razionale delle scale nell’interno della cavea, contrassegnano la seconda fase costruttiva dell’Anfiteatro romano, e Puteoli, ricca e celebrata per i suoi ludi, non esitò a costruire a spese del proprio erario, un secondo, più grande e più monumentale anfiteatro.
Bibliografia:
- Lorenzo Palatino – Storia di Pozzuoli e Contorni. Napoli, 1826.
- Amedeo Maiuri – “I Campi Flegrei”. Roma, 1963.
- Da atti dei Convegni Lincei – I Campi Flegrei nell’archeologia e nella storia. Roma, 4 – 7 Maggio 1976
- Raffaele Adinolfi – I Campi Flegrei nell’antichità (dall’età preistorica alla cristiana). I.
Pozzuoli e Cuma. Napoli, 1978 - Sommella Paolo – “Forma e Urbanistica di Pozzuoli Romana” in “Puteoli, Studi di storia
antica” Vol. II. Pozzuoli, 1978. - Stefano De Caro – A. Greco – Campania. Bari, 1981.
- Anna Maria Bisi Ingrassia – Napoli e dintorni – Itinerari archeologici. Roma 1981.
- AA. VV. – I Campi Flegrei, un itinerario archeologico. A cura del Progetto Eubea. Marsilio
Editore, Napoli 1990.