Le Terme di Baia sono un vasto complesso archeologico termale e residenziale romano, sito nell’omonima località a cavallo tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli. La tranquillità di Baia, oggi, località attualmente ricadente nel Comune di Bacoli, non fa certo immaginare gli incredibili fasti che, quasi 2000 anni fa, dominavano tale idilliaco scenario.
“Nessuna insenatura al mondo risplende di più dell’incantevole Baia”, diceva Orazio. Quasi tutti i più grandi scrittori e illustri personaggi dell’antica Roma ci hanno lasciato un messaggio su Baia, sotto le più diverse accezioni. Cicerone, Properzio, Marziale, Seneca… Baiae era sulla bocca di tutti: luogo di perdizione, di vizi, di tradimenti ma anche di “relax”, di godimenti e di restauro de corpo. Non a caso fu scelta da numerosi imperatori e politici come luogo ameno dove fuggire dalla vita mondana di Roma.
Baia, l’etimologia
Il nome di questa splendida insenatura è legato al leggendario viaggio di Ulisse che qui seppellì il suo compagno Bajos (secondo Strabone). Approdo della potente Cuma, fu il luogo più decantato e frequentato per le sue delizie ambientali e per le sue sorgenti termali.
Gli importanti resti archeologici, sottoposti a intense campagne di scavo dal 1941, rivelarono una stratificazione di costruzioni, ville e complessi termali, appartenenti ad un periodo storico che interessa la tarda età repubblicana e le età augustea, adrianea e severa. L’abbassamento del suolo al di sotto del livello del mare, a causa del bradisismo, pare essersi verificato in due fasi: tra il III ed il V secolo d.C., ancora in epoca tardo imperiale, che fu seguita da una più consistente invasione marina qualche secolo dopo. Baia fu in gran parte sommersa dal mare verso il VII – VIII secolo d.C..
I settori del sito archeologico
Tra i resti più significativi sono da segnalare alcune strutture voltate a cupola come il grande Tempio di Diana, il Tempio di Mercurio e il Tempio di Venere (si tratta in ogni caso di strutture termali e non di luoghi di culto, per i quali però è sopravvissuta la denominazione popolare).
Il primo complesso architettonico è denominato Villa dell’Ambulatio e si articola su sei terrazze. Il nucleo denominato della Sosandra occupa la parte centrale dell’intera area indagata. Dalla sala più grande di questo settore proviene la statua in marmo della c.d. Aspasia, nota come Afrodite Sosandra (copia romana di un originale greco). Il settore cosiddetto di Mercurio, prende il nome,da una natatio termale a pianta circolare con volta a cupola, chiamato ”Tempio di Mercurio“ dai primi viaggiatori ed è composto da due nuclei edilizi, il primo dei quali è in realtà poco conosciuto poiché gli ambienti sono interrati e sommersi fino all’imposta della volta o sono stati distrutti da costruzioni moderne.
Probabilmente tutti questi edifici facevano parte del Palatium di Alessandro Severo, che forse si estendeva fino al mare. Infine, il settore detto di Venere deve il nome ad eruditi del Settecento che definivano “Stanze di Venere” alcuni ambienti del livello inferiore del complesso, caratterizzati da raffinate decorazioni in stucco sulle volte. Esso comprende tre nuclei edilizi di diversa epoca, posti su tre livelli differenti. Quello inferiore è alterato sul lato orientale dalla moderna via litoranea che ne ha isolato il c.d. Tempio di Venere, edificio termale a pianta circolare all’interno ed ottagonale all’esterno originariamente coperto da volta “a spicchi”.