No, non vi stiamo prendendo in giro. Il simbolo per eccellenza di Pozzuoli, il Tempio di Serapide, nel 1826 divenne, per concessione di un regio rescritto, un impianto termale a tutti gli effetti. Benvenuti, allora, alle Terme di Serapide!
La concessione regia all’uso del suolo e delle fonti termali
In quegli anni l’attività geologica andava intensificandosi, il bradisismo era in fase discendente e le fonti termominerali rinvigorivano. Il Comune di Pozzuoli, pertanto, grazie alla sopracitata concessione sull’uso del suolo e delle fonti, cominciò ad affittare tali luoghi per le cure balneari. Sulle tabernae ai margini del macellum vennero pertanto realizzate delle rozze camere con vasche di fortuna. L’attività fu tutt’altro che rosea, in quanto destinata ai principalmente ai poveri. A peggiorare il tutto, l’ambiguo rapporto giuridico sull’uso e sulle concessioni, suddiviso tra Stato e Comune, che portò a non pochi problemi, con successive usurpazioni, ordinanze prefettizie, compromessi e abusi.
Fa poi sorridere, la credenza che, a causa dell’intensificazione di fenomeni termali, portò a far pensare che le latrine pubbliche del macellum fossero, un tempo, dei bagni termali a tutti gli effetti. Ciò a causa della sfarzosità di tali ambienti (ricoperti di marmi, con statue e finestroni) e dell’elaborata lavorazione tecnica per favorire l’afflusso delle acque. Ne è l’esempio una pregevole tavola di Hector D’Espouy risalente al 1900, dove si vedono uomini seduti sui “water” dell’epoca utilizzandoli invece come sauna.
Il primo museo Flegreo
Successivamente, le discutibili casupole vennero abbandonate per realizzare una struttura ex novo lungo il lato occidentale del macellum, ma ciò non fece che acuire i problemi. Solo anni più tardi, con la necessaria bonifica della parte bassa di Pozzuoli a causa dello sprofondamento, vennero prese nuove misure per il macellum e lo stabilimento balneare. Stato e Comune di Pozzuoli finalmente si accordarono: al Comune vennero concessi i diritti dell’uso termale, e la Soprintendenza avrebbe curato l’istituzione di un Museo nell’edificio comunale delle Terme. La trasformazione delle Terme puteolane in Museo ebbe il suo compimento solamente il 14 luglio 1953.
Museo del macellum di Pozzuoli
Museo del macellum visto dal Tempio di Serapide
Riporta il Maiuri:
Fu un momento fortunato dell’archeologia Flegrea, perchè, oltre ai pezzi pregevoli immagazzinati nell’anfiteatro o disordinatamente ammassati tra l’acqua e il fango del Tempio di Serapide, potè raccogliersi nel nuovo antiquario una serie di nuove e belle sculture provenienti dai recenti scavi di Cuma. La disposizione stessa dell’edificio termale con una galleria centrale sopraelevata e illuminata da lunette di luce e una serie di stanzini ai due lati, offrì il più naturale e razionale adattamento per un museo. […] Allineandosi da uno dei lati dell’antico macellum e ripetendo lo schema delle botteghe che vi si aprivano sul lato interno ed esterno, il nuovo museo s’inserisce nel grandioso complesso monumentale con quell’umiltà di linee e di colore che ogni costruzione dovrebbe osservare accanto all’antico. Ma poichè il Tempio di Sreapide racchiude nel segno indelebile delle sue rosee e porforate colonne e nella sue stratificazioni, la più eloquente documentazione del bradisismo flegreo, si destinarono, d’accordo con il prof. Giuseppe Imbò, direttore dell’Istituto di Fisica terrestre, alcuni ambienti della vecchia terma a Stazione clinografica e mareografica…Amedeo Maiuri, Vita d'archeologo