Documenti particolarmente interessanti per la ricostruzione dell’antica topografia di Pozzuoli sono alcune fiaschette vitree, di piccole dimensioni, rinvenute in diverse zone dell’impero romano: datati tra la fine del III sec. e il IV sec. d. C., questi vasetti, di produzione artigianale puteolana e di uso incerto (probabilmente souvenirs per i viaggiatori), sono incisi con rappresentazioni dell’antico sinus Puteolanus (in particolare Puteoli e Baia).
Le fiaschette di Odemira, Praga e Pilkington analizzate a fondo
Di questa serie di fiaschette solo tre sono dedicate esclusivamente a Puteoli: quelle cosiddette di Odemira, Praga e Pilkington, dal luogo dove furono ritrovati o sono oggi conservati. Le illustrazioni, che si snodano intorno al corpo del vaso, risultano composte secondo il punto di vista di chi giungeva in città dal mare: gli edifici, privi di prospettiva, si articolano su tre livelli, ad indicare i terrazzamenti digradanti verso il mare su cui sorgeva la città stessa. Il campo visivo è dominato, al centro, dalla imponente mole di un tempio con tetto a spioventi, che, con la colossale statua posta al suo interno, è stato identificato ora con un tempio destinato al culto imperiale, ora con il tempio di Serapide. La sua posizione di rilievo induce a credere che il tempio in questione rimandi a quello cosiddetto <<di Augusto>>, sull’acropoli dell’antica Pozzuoli (oggi Rione Terra): in primo piano giungendo a Puteoli dal mare, esso è, infatti, iconograficamente riportato in posizione centrale a ribadire la condizione di spicco del monumento più alto della città. All’estrema destra del tempio, il porto è rappresentato dal caratteristico molo su arcate con le due colonne onorarie (che racchiudono l’iscrizione PILAE/PILAS) e gli archi trionfali con quadrighe trainate da tritoni e ippocampi. Nell’area adiacente, a sinistra il Vaso di Odemira ribadisce la presenza delle strutture portuali con la scritta RIPA, mentre le fiaschette di Praga e di Pilkington includono nello stesso campo il centro commerciale di Puteoli: l’emporium, riconoscibile dalle iscrizioni INPURIU (Vasetto di Praga) e INPU (Vasetto di Pilkington), è infatti collocato a livello del mare, nei pressi dello scalo portuale, in relazione al SACOMA(RIUM) del Vasetto di Praga, l’antica pesa pubblica.
Il passaggio dalle strutture proprie della città bassa ai monumenti delle terrazze superiori è costituito dalla raffigurazione del Teatro: realizzato come un semicerchio sorretto da muri e arcate, l’edificio è posizionato in quota, alle spalle dell’emporio, non lontano dalla zona del Foro. Quest’ultima, infatti, è indicata (ad eccezione del Vaso di Odemira) dalle iscrizioni STRATA POS(T) FORU(M) – Vasetto di Praga – e FORU(M) POS(T) FORU(M) – Vasetto di Pilkington – situate sui colonnati del livello superiore. L’estrema sinistra dell’intera veduta, infine, è occupata dagli Anfiteatri e dallo Stadio. Un’immagine circolare con sostegni simmetricamente organizzati e, al di sopra, una costruzione di forma ellittica indicano, nei Vasi di Praga e di Pilkington, la posizione dell’Anfiteatro Maggiore rispetto a quella dello Stadio. Sul Vaso di Odemira, però, la mancanza di didascalie e la conformazione arrotondata dell’edificio superiore hanno spesso determinato l’identificazione della struttura in questione con quella dell’Anfiteatro Minore. Comune alle tre fiaschette vitree è l’iscrizione SOLARIU(M), inserita nel settore superiore: una meridiana o, meglio, una terrazza con funzione di solarium sembra l’identificazione più appropriata per una struttura architettonica che, nel Vaso di Odemira, è posta in relazione diretta con un complesso termale. Infatti l’indicazione adiacente THERMEAANI, per quanto di lettura problematica e controversa, può fare riferimento a qualcuno di quegli edifici termali che, in larga scala, sono attestati nell’antica Puteoli.