Il Castrum Serrae o Castro di Serra in volgare (dal latino “castrum” cioè “villaggio fortificato” e “serra” cioè “chiuso”) era un piccolo borgo fortificato situato tra il Comune di Quarto Flegreo e il Comune di Pozzuoli, arroccato sul versante occidentale della cosiddetta Montagna Spaccata, la mirabile opera d’ingegneria romana che tagliò un pezzo del Monte Castagnaro al fine di collegare in linea d’aria Puteoli e Capua attraverso la via Consolare Campana.
Un documento molto importante
Vi è un documento risalente al 1119 (primo ed unico) che attesta l’esistenza del Castrum Serrae, ed è grazie ad esso che è stato possibile identificare il sito di tale villaggio medievale. Il documento è un diploma del principe normanno di Capua e di Aversa, Roberto I° (anni del principato: 1107-1120); con questo atto il principe donò al vescovo Donato di Pozzuoli il possesso della chiesa di San Nicola, in suddetto Castrum, con tutti i suoi beni consistenti in 109 moggia di terra, più un altro piccolo apprezzamento alle pendici del Monte Burro e altre 9 moggia a Corvara. In cambio il vescovo si impegnava a recarsi in detta chiesa per il rito dell’assoluzione ogni Mercoledì delle Ceneri e ogni Giovedì Santo.
L’edificazione del castrum
L’origine della postazione difensiva del Castrum è da far risalire alla seconda metà dell’ottavo secolo fino al 1026 quando tutto il territorio flegreo apparteneva al ducato napoletano. Il luogo dove sorse il Castrum era effettivamente di grande vantaggio strategico: dominava lo stretto valico di passaggio tra Quarto e Puteoli sulla ancora trafficatissima via consolare Campana. E’ comunque plausibile che il periodo di massima estensione del Castrum sia stato durante il periodo della dominazione di Capua, Longobarda e Normanna, su Pozzuoli (tra il 1027 e il 1128). Il documento del principe, oltre alla Chiesa dedicata a San Nicola, menziona anche due cisterne presso il monte Corvara e una vicino alla cappella di San Petrillo.
L’organizzazione del Castrum
Come già specificato nella lettera, il Castrum comprendeva diverse proprietà. Di quelle identificate con certezza, una chiesa con alcuni ambienti annessi (probabilmente sacrestia e presbiterio), una torre di avvistamento, sebbene non è possibile risalire a quale altezza arrivasse, ed un mulino a vento, ricostruito in un disegno di Raffaele Giamminelli.
Sul declivio del colle, tra la Chiesa e i ruderi del mulino a vento, si rileva la presenza di un grande muro, apparentemente di contenimento del terreno, realizzato con materiali vario di piperno e pezzi di marmo bianco riutilizzati, Alcuni di questi blocchi presentano modanature e decorazioni architettoniche; uno sembra addirittura, una soglia di porta.
Da una più attenta analisi della fabbrica, specialmente nella parte superiore, è possibile attribuire ad essa una funzione di basamento di una torre. Con le piogge torrenziali del novembre e dicembre 1990, buona parte della struttura è crollata.
Il diploma di donazione del Castrum Serrae
Di seguito è qui riportato il testo originale del diploma con cui il principe normanno di Capua Roberto I, donò al vescovo Donato di Pozzuoli il villaggio fortificato di Castro di Serra, assieme ad alcune porzioni di terre confinati. Le aree descritte dalla lettera-patente sono rintracciabili nella zona a sud est della odierna conca di Quarto (Castagnaro, Corvara, Montagna Spaccata e Monte Burro), il che non lascia molti dubbi sulla precisa collocazione geografica del Castro di Serra.
Fonti
- Rosario Di Bonito, Torri e castelli nei Campi Flegrei, Napoli, 1984
- Gruppo Archeologico Napoletano (a cura di), Soccavo: masserie, proprietari e contadini in un casale napoletano, Napoli, 2000
- Pagina Facebook di storia medievale “Maria Puteolana“