A volte le storie hanno un lieto fine: questa ci narra di un ritorno in patria di una preziosa statua proveniente dai Campi Flegrei, precisamente dalla zona di Baia-Bacoli (NA).
La statua di Zeus in trono
La statua risale al 100 a.C. ed è grande 74 × 46 × 45.6 cm.
Lo scultore di questa statuetta fu certamente influenzato dall’opera di Fidia (in particolar modo dall’opera colossale di Zeus per il tempio a lui dedicato ad Olimpia, in Grecia, realizzata nel 430 a.C.). In quest’opera Zeus siede su un trono riccamente elaborato dallo schienale alto, con i suoi piedi appoggiati ad un basso sgabello. Il suo mantello lascia il maestoso petto esposto. Il suo braccio destro, alzato, purtroppo oggi monco e consumato dai litodomi, probabilmente un tempo reggeva la classica saetta, mentre il braccio sinistro reggeva uno scettro, anch’esso andato perduto a causa dell’esilità della sua forma.
Questa statuetta probabilmente era parte del corredo di un larario di una ricca famiglia greca o romana. Da come si può facilmente evincere dalle sue condizioni, la statua ha trascorso gran parte della sua esistenza capovolta su di un lato, sommersa nelle acque flegree. La parte sinistra, meglio conservata, era certamente seppellita nella sabbia, che ha consentito una conservazione migliore della superficie.
La ricettazione ed il ritorno a Napoli
La statua fu sicuramente asportata illegalmente dalla zona Flegrea. A confermarlo è stato un frammento posseduto dagli archeologi locali ed elemento inconfutabile per provare la proprietà e l’origine dell’opera. Nel 1987 il collezionista londinese Robin Symes, proprietario della statua, decise di venderla a Barbara and Lawrence Fleischman, i quali a loro volta decisero di venderla al Paul Getty Museum a Los Angeles, negli Stati Uniti d’America. Oggi la statua fa ritorno a Napoli, su richiesta della procura e del Mibact, trovando favorevole la cessione da parte del museo americano, anch’esso parte lesa dai ricettatori. La statua verrà consegnata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), sebbene avremmo auspicato per una consegna al Museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia.