La Casina Vanvitelliana è un casino reale di caccia e pesca realizzato sul lago Fusaro nel 1782 dall’architetto Carlo Vanvitelli (Roma, 1739 – Napoli, maggio 1821) per il re Ferdinando IV di Borbone (Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825). Oggi è un magnifico esempio di architettura rococò di in uno scenario da favola.
Il Lago del Fusaro nei Campi Elisi
Il Lago del Fusaro era di regia spettanza. Re Carlo II d’Angiò, detto lo Zoppo (1254 – Napoli, 5 maggio 1309), avendo stabilito nel villaggio di Tripergole, poi distrutto dall’eruzione del Monte Nuovo, uno Spedale per infermi, vi assegnò la rendita del Fusaro.
Nel 1506 i beni di questo Spedale e della Chiesa annessa, sotto titolo S. Marta, (l’omonima chiesa e il complesso vennero poi traslati in Pozzuoli presso il quadrivio dell’Annunziata) furono incorporati a quelli della S. Casa dell’Annunziata di Napoli, con bolla di Papa Giulio II° datata 6 Agosto.
Nel 1764 a Re Ferdinando IV di Borbone sorse l’idea di introdurre in questo lago un vivaio di mitili, conoscendo quanto celebri fossero state le Ostriche del Lucrino, come lo erano al momento le Ostriche di Taranto. Pertanto prese in affitto il Fusaro. Nel 1782, assicurata ed estesa la propagazione delle Ostriche, decise di impiantarvi anche un Casino di Caccia, dilatando la base di duna sabbiosa sulla quale era stata realizzata la casetta per l’abitazione del guardiano del lago.
Un raffinato esempio di Rococò
Il progetto del Casino venne affidato all’architetto regio Carlo Vanvitelli (Roma, 1739 – Napoli, maggio 1821), figlio dell’altrettanto celebre Luigi (che realizzò la Reggia di Caserta) e nipote del pittore Caspar Van Wittel (olandese di origine). Elaborando elementi mutuati da culture diverse, Carlo Vanvitelli realizza una soluzione personale ed intelligente, che risponde alle necessità funzionali di un casino per la caccia e la pesca e a quelle rappresentative di palesare la presenza regia sul territorio.
L’ispirazione del Vanvitelli può essere riscontrata nella produzione architettonica austriaca, rielaborata dall’architetto Filippo Juvarra e dalla migliore scuola di architettura napoletana. Si è supposto che Vanvitelli conoscesse l’opera dell’austriaco Johann Bernhard Fischer von Erlach (Graz, 20 luglio 1656 – Vienna, 5 aprile 1723) dalle quali opere prese spunto per il casino flegreo, soprattutto per quanto riguarda l’impianto planimetrico.
La pianta, al contrario dell’insolita conformazione volumetrica, fa riscontro uno schema distributivo abbastanza semplice: un corpo di fabbrica principale a separare due ali laterali, adoperate come terrazze per la sosta degli ospiti. Vanvitelli dispone l’edificio non in asse ma secondo un angolo di 45°, in modo da offrirne un’immagine di scorcio, secondo il gusto barocco e rococò.
Come arrivare
La Casina si trova a pochi metri dalla fermata della Ferrovia Cumana – Fusaro
- Carlo Vanvitelli: architettura e città nella seconda metà del Settecento – Ornella Cirillo (2008)
- Carlo Vanvitelli – Benedetto Gravagnuolo (2008)