Nel 1847 Ferdinando II di Borbone, penultimo Re di Napoli, avviò un’esercitazione militare con 20.000 soldati nel cuore dei Campi Flegrei. La Fazione del Re e del fratello Luigi di Borbone “Conte D’Aquila”, aveva il compito di prendere d’assedio la città di Pozzuoli tramite un’assalto dal mare, mentre la fazione opposta, guidata dal Generale dell’Esercito Borbonico Carlo Filangieri, Principe di Satriano (Figlio di Gaetano), avrebbe dovuto difendere la città dall’assedio.
Ferdinando II di Borbone
Questo curioso episodio è raccontato dallo storico Raffaele de Cesare ne “La Fine di un Regno”, una delle cronache più importanti sulla fine del Regno delle Due Sicilie, edito nel 1895
De Cesare descrive così Ferdinando II di Borbone:
La mobilitazione
Lo “scontro” sarebbe avvenuto tra due fazioni da circa 10.000 uomini ciascuna. La fazione del Re avrebbe aggredito la città dal mare, e la fazione del Generale Filangieri sarebbe rimasta a terra per la difesa della costa. Ferdinando tentò lo sbarco a Bagnoli, ma trovò la costa già prontamente difesa fino alla città di Pozzuoli. Allora il Re, fingendo uno sbarco a Baia, virò invece sulla costa di Lucrino per sbarcare all’altezza del Montenuovo e proseguire lungo la Ripa Puteolana, mentre il fratello sarebbe disceso dalla parte alta al fine di cingere la città dalle due vie principali.
Filangieri, da buon generale quale era, aveva già attentamente previsto le fin troppo semplici mosse del Re, e, fingendo una ritirata fino al centro storico di Pozzuoli (il De Cesare indica il Palazzo Pollis – Pollio), li cinse con truppe nascoste nei pressi del Tempio di Serapide e sulla collina di San Francesco, facendoli “prigionieri” e costringendoli alla resa.
Cominciato l’attacco, Ferdinando II tentò di sbarcare a Bagnoli; ma accortosi delle forze nemiche colà appiattate, prese a cannoneggiarle per tutto il littorale, mentre faceva dirigere i piroscafi verso Pozzuoli. Il colpo riuscì vano, perchè Filangieri, in previsione di tale movimento, avea fortificato di artiglierie le alture da Montedolce a Pozzuoli ed impedì lo sbarco.
Allora il Re, fingendo di voler concentrare a Baja il suo corpo d’armata, scese a terra con le truppe, a piè di Montenuovo. Però, invece di muovere per Baja, prese la via littoranea per Pozzuoli, come il conte d’Aquila prese quella della collina superiore denominata Luciano, col disegno di stringere Pozzuoli da ambo i lati. Il generale Filangieri, avvedutosi a tempo della diversione delle truppe regie e dell’imminente pericolo di un assalto alla città, con una strategia bene immaginata, comandò alle sue truppe di retrocedere davanti al nemico con finto fuoco di ritirata, e dopo di aver fatto inoltrare il Re e la sua soldatesca, già sicuri della vittoria, fino all’abitato verso il palazzo Pollis, fu loro addosso con la truppa nascosta nei pressi del tempio di Serapide e sulla collina di San Francesco li circondò d’ogni parte e li fece tutti prigionieri. La sconfitta del Re formò per molti giorni oggetto di commenti.Raffaele De Cesare - La Fine di un Regno (1895)
La “fine dei giochi” sul Largo Malva
Il Re fu sconfitto, e la giornata terminò con una piccola parata e fanfare militari nel largo della Malva, oggi Piazza a Mare, nei pressi del porto di Pozzuoli. Al contrario di quanto scrive il De Cesare, al giorno d’oggi questo avvenimento pare perso completamente nella memoria storica dei luoghi.