Nel celebre testo antico “Vita di Apollonio di Tiana” dello scrittore e filosofo Lucio Flavio Filostrato (Lemno, 172 d.C. – Atene, 247 d.C.) vi sono dei passi ambientati a Dicearchia (Puteoli). Nello specifico viene menzionata una fonte di acqua sorgiva particolare, nei pressi della ripa puteolana, e di un ninfeo (creduto in seguito il cd. Tempio delle Ninfe).
Un ninfeo ed una fontana sulla riva di Dicearchia
Alcuni passi contenuti nella “Vita di Apollonio di Tiana” sono molto interessanti perchè collegano dei toponimi alla città di Puteoli (Dicearchia), nello specifico si parla della misteriosa Isola di Calipso, del presunto Tempio delle Ninfe (ninfeo), della villa di Cicerone e di una particolare fontana di acqua sorgiva:
“giunse a Dicearchia dopo cinque giorni.[12] Qui trovò Demetrio […]Dette queste parole, li condusse alla villa che fu un tempo di Cicerone, nei pressi della città. Si sedettero sotto un platano […]Qui si trovano molte navi, come vedi: alcune andranno in Libia, altre in Egitto, altre ancora in Fenicia e a Cipro, altre direttamente in Sardegna oppure ancora più lontano
[….]camminando con lui in riva al mare, dove sono i luoghi della leggenda di Calipso. […] Infine, scoraggiati, sedettero nel ninfeo, dov’è la cisterna di marmo bianco in cui si trova una fonte d’acqua sorgiva, che non trabocca mai dal bordo, né s’abbassa di livello se si attinge ad essa. Damis singhiozzava, dicendo frasi come «Rivedremo mai, o dèi, il nostro nobile e buon compagno?». Apollonio intese queste parole, poiché si trovava già nel ninfeo, e disse: «Lo vedrete; anzi, ecco, l’avete visto»[….]
Vale la pena inoltre considerare che a Puteoli è attestata l’esistenza di un “vicus Tyanianus” e che la sua collocazione sarebbe da ritrovarsi presso la ripa Puteolana (Camodeca): lo stesso appellativo di Apollonio (Tyaneus – Di Tiana) renderebbe ancora più plausibile la sua permanenza in quella zona.
La menzione nell’atlante dei fratelli Schott
Del Tempio delle Ninfe, e più nello specifico della fonte di acqua menzionata da Filostrato, parlano in seguito Andreas e Franz Schott, autori fiamminghi, nella guida per viaggiatori Itinerarium nobiliorum Italiae regionum, urbium, oppidorum, et locorum (1610):
“Sembra verosimile, che il mare o i terremoti abbiano inghiottito il tempio delle Ninfe, che leggiamo nell’ottavo libro di Filostrato […] si ritrova però un fonte di acqua dolce nello stesso mare poco discosto da terra presso la via Campana, e scaturisce con impeto fino al giorno d’oggi, e la sua uscita si può sempre vedere, e non senza meraviglia se il mare è tranquillo.“
La collocazione attuale della fonte
La presunta fonte d’acqua sorgiva è oggi stata identificata tra i ruderi antichi sulla costa attuale della ripa Puteolana, poco prima del Vicus Lartidianus. Non possiamo certamente confermare che sia la stessa o una derivazione di quella menzionata nel testo di Filostrato – il quale testo potrebbe anche essere stato inventato di sana pianta.
Le sorgive dei Campi Flegrei sono tutt’ora molte per via dell’intensa attività geotermica presente in zona, ma la peculiarità di questa sorgiva è quella di sgorgare proprio in ruderi antichi, in prossimità dei luoghi descritti da Filostrato (video realizzato da Cristiano Fiorentino in data 18/06/2023)