Fino alla fine dell’Ottocento, tra il lago Fusaro e le pendici del Monte di Procida esisteva un altro piccolo lago, poi definitivamente prosciugato, volgarmente chiamato Acqua Morta, da non confondersi con gli altri omonimi luoghi flegrei. Il laghetto in questione si estendeva grossomodo tra l’attuale costa, Via Cappella e Via Giulio Cesare, tra Bacoli e Monte di Procida.
Una “pozza” problematica
Questo laghetto particolarmente stagnante era disgiunto dal Fusaro per un istmo brevissimo, e forse un tempo era parte dello stesso. La sua estensione equivaleva ad 1/7 di quella del Fusaro, di forma pressochè ovale. La profondità non superava i 2 palmi napoletani (circa 50 centimetri) mentre la melma sul fondo poteva arrivare fino a 6 palmi (circa 150 centimetri) e spesso in estate si prosciugava in più punti restando a secco.
A differenza del Fusaro che è salato, questo laghetto era di acqua dolce, probabilmente perchè alimentato anche da alcune sorgenti vicine (sorgente cd. del Pozzillo), nonchè dalle acque piovane di dilavamento.
Nel 1784 il laghetto, al tempo proprietà della famiglia Fraja, venne colmato su suggerimento del direttore e conduttore del lago Fusaro Giuseppe Trentanella. Il piccolo lago era ritenuto causa del danno alla fauna del Fusaro (e quindi alla produzione di ostriche e mitili del re) per la marcescenza delle sue acque che, periodicamente, attraverso una diga temporanea, venivano riversate nel maggiore, arrecandovi un danno biologico.
La porzione del laghetto prosciugata (C), per un certo periodo fu chiamata con il nome di Mortelle (che deriva appunto da acqua morta) o il travaglio, a seguito del lavoro per colmarla. Successivamente anche la restante parte (B) venne definitivamente drenata.
Per approfondire:
- Del Fusaro: delle sue industrie, alterazioni avvenute, de’ mezzi per allontanarle e de’ miglioramenti da introdurvi; descrizione e proposte – Oronzio Gabriele Costa (1860)