Phistelia (o Fistelia) è stata una antica città della Campania nota grazie alla sua monetazione della quale però è incerta la collocazione geografica.
Dopo la prima fondazione greca di Dicearchia (530 a.C.) e prima della deduzione della colonia romana come Puteoli (194 a.C.), sappiamo, per certo, che Pozzuoli attraversò una fase di dominazione sannita, a partire dal 420 d.C., che spazzò via la greca cittadina.
In questo periodo, secondo l’ipotesi numismatica, l’appellativo della città sarebbe diventato “Phistlus”, grecizzato in “Phistelia / Fistelia“.
A rinforzare l’ipotesi, anche la grande somiglianza con le Didracme della città di Neapolis e di Cumae, facendo pensare che tali monete fossero state prodotte proprio nella zecca napoletana. E anche la raffigurazione, spesso, di divinità marittime, il che non avrebbe appunto collegamenti diretti con le città nell’entroterra del Sannio, dove spesso furono rinvenute tali monete.
Un ulteriore analisi, secondo quanto riportato da J. Millingen, specifica che, su alcune monete ritrovate assieme alle qui presenti, recassero la dicitura “AAAIBANON” , molto simile alla denominazione del piccolo monte puteolano, presso la solfatara, detto “Olibano” – dal greco “tutto sterile“.
Altri oboli presentano una testa con un cappello a punta, se interpretati come il dio Vulcano, rafforzerebbero l’ipotesi puteolana, grazie anche la vicinanza con la Solfatara – Forum Vulcani con il monte Olibano.
Purtroppo però oltre alle speculazioni numismatiche, ad oggi le notizie sull’ubicazione di Phistelia sono praticamente inestistenti, molto probabilmente a causa dell’inevitabile oblio creato dalla sottomissione dei popoli vinti durante l’intera dominazione romana. Ad oggi, sono state ritrovate e documentate varie monete relative alla città di Phistelia, di cui la maggior parte, come già detto, nel territorio del Casertano. Con scavi recenti rispetto al periodo delle prime speculazioni, si è sempre più arrivati a pensare che, almeno la zecca, si trovasse inizialmente tra Caserta e Benevento, e successivamente diventò itinerante, seguendo le vie della transumanza centro-meridionale.
Tali ritrovamenti si posso così dividere, in un periodo compreso dal 400 a.C. al 260 a.C.
- Tipologia di Didrammi di tipo campano in argento, peso 7 grammi, con il fronte rappresentante la testa di Partenope o Mefite e dall’altro il toro androprosopo con volto umano, a volte con un delfino ai pedi, e parte superiore con scritta in Osco 8ISTLIS
- Stessa tipologia ma cambia la scritta, anzichè in Osco è in lingua Sannita, 8ISTLVS
- Un altra tipologia raffigura un volto femminile volto a sinistra e dall’altro un mitile , il toro, e una scritta (P)LISI(..)IS
- Obolo con testa maschile senza barba e con capelli corti, e il retro con un mitile, un chicco di grano ed un delfino, e la scritta ZILVTZI8 (da destra a sinistra)
- Tipologia con testa di Atena con elmo attico e retro con toro androprosopo barbuto e scritta da destra a sinistra
- Emioboli con testa maschile o Atena e sul retro una grande H con scritta 8ISTVLIZ
- Oboli con testa femminile e chimera
- La Zecca di Phistelia, di Paolo Gabriele
- Ancient Coins of Greek Cities and Kings. from Various Collections Principally in Great Britain, James V. Millingen
- The Athenaeum, 1832