Molti sanno che l’apostolo Paolo, sbarcò a Pozzuoli nel 61 d.C. per poi dirigersi a Roma come narrano gli Atti degli Apostoli:
Non tutti sanno però che secondo una tradizione apocrifa anche l’apostolo Pietro sbarcò a Pozzuoli, che del resto nel I sec d.C. era il porto obbligato per andare a Roma provenendo dall’Oriente.
Gli Atti di Pietro
Gli Atti di Pietro costituiscono un testo apocrifo cristiano composto in greco nella seconda metà del II secolo d.C., che narra della predicazione, dei miracoli e della morte di Pietro apostolo. Secondo tale testo, l’apostolo Pietro, ad un certo punto della sua vita, fu costretto a partire da Gerusalemme per dirigersi a Roma a causa di Simon Mago, che aveva causato una terribile defezione nella comunità cristiana dell’Urbe; questi infatti dichiarava di essere figlio di Dio grazie ai suoi poteri magici, attirando le attenzioni sia del popolo sia dello stesso Nerone. Recatosi dunque nel porto di Cesarea marittima, Pietro salì sopra una nave e cominciò il suo viaggio. Durante il tragitto convertì uno dei marinai, Teone, al cristianesimo, battezzandolo durante una breve sosta, prima di sbarcare a Pozzuoli.
Celso: il leggendario primo vescovo di Pozzuoli
Secondo un’antichissima tradizione leggendaria del popolo puteolano, ripresa nel 1800 dal canonico Scherillo nella sua opera intitolata Della venuta di san Pietro in Napoli, il principe degli apostoli, percorrendo la via consolare Campana diretto a Roma, si fermò a Quarto e qui ordinò vescovo di Pozzuoli, Celso, che secondo alcuni sarebbe stato discepolo di Patroba e di Pietro. La leggenda si accosta idealmente a quella del protovescovo di Napoli Asprenas, anch’egli ordinato da san Pietro. A testimonianza di questa leggenda vi è ancora oggi la chiesetta paleocristiana detta S. Petrilli de Quarto, sorta sulla via Campana, presso il Castro di Serra subito dopo la Montagna Spaccata, in ricordo della ordinazione episcopale di Celso.
Autentica o meno la leggenda, la chiesetta di via Petrillo a Quarto (riconosciuta come autenticamente paleocristiana dal GAN – Gruppo Archeologico Napoletano già nel 1980) versa oggi in uno stato di totale abbandono, come è possibile visionare da questo video
Come mai le autorità civili e religiose consentono un tale scempio di un patrimonio unico e soprattutto fondamentale per la lettura del paleocristiano in Campania?