Passeggiando per Via Vecchia San Gennaro a Pozzuoli, il tracciato stradale moderno si discosta di poco da quello romano. A dimostrarlo sono le evidenze archeologiche, nonostante l’urbanizzazione massiccia di tale zona residenziale. Una di queste è la cosiddetta Piscina Cardito, una grande cisterna romana di età imperiale.
Una notevole cisterna
Ed è proprio all’altezza del bivio con il parco detto Ortodonico (altro luogo di importanti rivenimenti archeologici, vedere Bagno Ortodonico) che si trova una notevole cisterna pubblica costruità nel II sec d.C. in età imperiale, conosciuta come Piscina Cardito. Tale cisterna era collegata con l’acquedotto Campano del Serino e forniva l’approvigionamento idrico per gran parte della città. La cisterna, come visibile anche nella mappa del Cartaro datata 1584 era già conosciuta da tempo ( segnata come cisternae veteres, cioè cisterna antica), ma il nome Cardito deriva dagli ultimi celebri proprietari, gli stessi principi di Cardito i quali disponevano anche di altre proprietà in città.
Acqua limpida e pulita
La cisterna non serviva solo per accumulare acqua, ma anche per pulirla dalle impurità. Difatti, annessa all’ambiente principale e più, dove l’acqua arrivava dalle condutture, un secondo ambiente suddiviso in 14 vasche permetteva la sedimentazione dei detriti. La volta della cisterna principale è sorretta da 30 pilastri e presenta ancora le botole per prelevare l’acqua suo interno, con ogni probabiltà . Le dimensioni complessive sono approssimativamente di 60 x 15 m (in comparazione la Piscina Mirabilis è solo poco più grande, con una dimensione complessiva di 70 x 25 m e 15 d’altezza).
Tutti gli ambienti, come in ogni altra cisterna romana, sono rivestiti da uno spesso strato di opus signinum detto cocciopesto, ovvero una malta speciale idraulica che consentiva una tenuta pressochè impermeabile ed una resistenza all’azione dell’acqua… infinita!
La cisterna è sita in proprietà privata, purtroppo non visitabile. I locali interni sono completamente invasi da sedimenti antichi e rifiuti abbandonati abusivamente. Di recente è stata oggetto di sospetti e polemiche su presunti sversamenti di percolato. Superflue sono le parole sull’abbandono dei monumenti archeologici e sulla valorizzazione, la quale cisterna meriterebbe senza dubbio.
Bibliografia
- Andrea de Jorio – Guida di Pozzuoli e contorni
- Touring Club Italiano – Napoli e dintorni