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La Pozzolana, polvere di Puteoli

La pozzolana è una roccia eruttiva effusiva, sorta di tufo poco o per nulla coerente; il termine è esteso a polveri vulcaniche di vario genere, capaci di reagire con la calce per dare malte con notevoli proprietà idrauliche, particolarmente resistenti alle acque. Il nome pozzolana deriva proprio da Pozzuoli, in particolare da puteolana pulvis, polvere di Puteoli, esportata in tutto il mondo, in origine soprattutto dai Campi Flegrei. Come in passato, ancora oggi la pozzolana è un importante elemento nella fabbricazione dei cementi, in particolare quelli di tipo pozzolanico, dotati di particolare resistenza agli agenti chimici e perfetti per l’impiego subacqueo.

Qualche cenno tecnico

Le pozzolane flegree ebbero origine nel quaternario e si deposero su una piattaforma di tufo giallo compatto, frutto di una attività vulcanica sottomarina pure del Quaternario, fra le più antiche formazioni trachitiche di Cuma e di Monte Procida.

Le pozzolane flegree sono un impasto di lapilli di dimensioni variabili, con cristalli isolati di feldspato (sanidino principalmente, labradorite, bitownite), di pirosseni (augite), mica (biotite), oltre ad apatite, magnetite titanifera. E’ quindi costituita prevalentemente da silicati idrati di alluminio, da silice – circa il 70% – ossido di potassio, sodio e magnesio. La massa è prevalentemente grigio chiara, a volta un po’ gialliccia; questa tinta si può modificare per la presenza di pomici bianche e di lapilli grigi. Nella zona del Vulture vi sono altre pozzolane caratterizzate dalla presenza di haüyna.

Mentre le malte a cemento comune sono facilmente aggredite dalle acque marine, le malte di pozzolana sono poco aggredite, sia perché la quantità di calce è abbastanza bassa perché la sua asportazione, anche totale, non renda la massa sensibilmente porosa, sia perché la natura acida dei composti (silicati e alluminati), che si formano in una malta a pozzolana quando ha fatto presa, li rendono meno attaccabili di quelli che si formano in una malta a cemento.

La pozzolana nella storia romana

Difatti è poprio la caratteristica idraulica che ha reso così popolare la pozzolana durante l’impero romano: le grandi opere come i bacini artificiali, ponti, moli portuali e anche cupole ( come quella del Pantheon) furono realizzati proprio grazie a questo tipo di cemento. E se ancora oggi, dopo quasi 2100 anni possiamo ancora osservare queste strutture, dobbiamo solo ringraziare la bontà di tali materiali ed un’esecuzione impeccabile. Potremmo dire quasi che in tutti gli antichi monumenti romani c’è sempre un pò di “Pozzuoli” al loro interno!

Già Vitruvio descriveva quattro tipi di pozzolana: nera, bianca, grigia e rossa.  Nel suo “De Architectura” tratta ampiamente la pozzolana quale materiale da impiegare per le calci , e ne descrive qui il processo di carbonatazione:

Evvi ancora un altro genere di arena che produce effetti meravigliosi. Si trova nei dintorni di Baia e nei territori dei municipi, che sono intorno al Vesuvio, mescolata insomma di calce e cementi fa gagliarda non solo ogni specie di costruzione ma particolarmente quelle che si fanno in mare sott’acqua. Sembra che questo avvenga perché sotto quei monti esistono caldissime terre e spesso sorgive di acque calde, le quali non vi sarebbero, se non vi fossero sotto anche grandissimi fuochi alimentati da zolfo, da allume o dal bitume, i quali fuochi penetrando per li meati e bruciando, rendono leggiera quella terra, onde il tufo ancora che ivi nasce, rimane spugnoso e senza umido. Perciò venendosi a mescolare insieme queste tre cose, le quali sono state tutte alla stessa maniera formate dalla violenza del fuoco, ricevendo di botto l’umido, fanno presa e indurite dallo stesso umido si rassodano, che non può scioglierle né l’onda né qualunque impeto d’acqua.De Architectura, Marco Vitruvio Pollione

 

Tutte le pozzolane (almeno le vere) dànno dopo lungo tempo dei prodotti che hanno proprietà simili, cioè al limite rispetto al tempo tutte le pozzolane si equivalgono; possono invece differire nei primi tempi di azione; sono migliori quelle che sono più reattive e che quindi raggiungono nel più breve tempo limiti di resistenze compatibili con le esigenze costruttive. Da questo punto di vista le pozzolane laziali sono migliori di quelle flegree.

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