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Un drone sulla Città Sommersa

Fu proprio grazie al volo che tale complesso fu meglio inquadrato. I meriti della prima vera scoperta vanno al Comandante Raimondo Bucher, pilota, apneista italiano, pioniere della subacquea e della fotocinematografia subacquea italiana e mondiale.

Le immagini parlano da sole: grazie alla tecnologia moderna è ancora più facile ottenere delle emozionanti immagini per quello che fu il Portus Julius di Puteoli, attualmente poco al largo della costa di Lucrino (Pozzuoli). Basta un drone e si vola sulla magnifica Città Sommersa di Pozzuoli, tornando a far leggere con chiarezza lo sviluppo della maglia urbana antica.

Il Rilievo dell’ingresso del Portus Iulius – Credits Brandon / Scognamiglio
La scoperta di Bucher

Fu proprio grazie al volo che tale complesso fu meglio inquadrato. I meriti della prima vera scoperta vanno al Comandante Raimondo Bucher,  pilota, apneista italiano, pioniere della subacquea e della fotocinematografia subacquea italiana e mondiale.

Disse Bucher: “Dopo la guerra, era il 1956, uscivo in pattuglia acrobatica sul mare partendo dall’aeroporto di Capodichino. Dall’alto, in una giornata di straordinaria limpidezza del cielo e del mare, mi apparvero forme sottomarine simmetriche e regolari. Mi incuriosii e, intuendo che si doveva trattare di resti sommersi, scattai dal cielo delle fotografie, che ancora oggi, per la loro limpidezza, restano ineguagliate. Dopo lo sviluppo, la sorpresa: appariva inequivocabilmente la forma di mura, strade, costruzioni, che non potevano che essere antiche. Volli subito fare una verifica e mi immersi nelle acque del golfo di Pozzuoli. Era incredibile: a poca profondità e dove transitavano ed ormeggiavano imbarcazioni di ogni genere, apparivano mosaici di indescrivibile bellezza, strutture di abitazioni, strade, imponenti colonne. L’avvenimento ebbe risonanza in tutto il mondo ed in particolare in Vaticano, con l’interessamento personale del Papa, perché nelle Sacre Scritture si parla dello sbarco di San Paolo a Pozzuoli attraverso un canale e l’arrivo in una darsena, chiaramente visibili nelle mie fotografie aeree”.

Portus Iulius – porto militare oppure commerciale?

Secondo le prime indagini, si ritenne che il porto fu costruito nel 37 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa per volere di Ottaviano «facendo penetrare il mare nei laghi Lucrino e Averno» e, inizialmente, svolse la funzione di base militare navale nel corso della guerra civile contro Sesto Pompeo[1] che avrebbe posto fine alla Repubblica romana. In parziale disaccordo, invece, sono gli studi più recenti, a partire dagli ultimi decenni, che, affiancati da nuove ispezioni e sopralluoghi internazionali, hanno riportato nuovi risultati. Dice Laura Chioffi : “L’idea, consolidata negli studi, che il portus Iulius, situato sulla costa campana tra Cuma e Puteoli, creato per scopi bellici all’epoca dello scontro finale contro Sesto Pompeo, abbia effettivamente rivestito, anche se per breve periodo, una funzione militare, va abbandonata non solo per l’apporto delle indagini archeologiche, ma anche per una rilettura delle fonti. La reazione negativa da parte d’importanti personalità locali di fronte agli effetti che lo sviluppo di una base navale avrebbe comportato nell’habitat circostante potrebbe essere stata la causa che indusse Ottaviano-Augusto a trasferire rapidamente a Misenum il suo progetto. Ciò si fece con una certa cauta discrezione, grazie ad un piano che seppe combinare il fiuto politico del Divi filius con l’intelligenza ingegneristica di Agrippa, nell’ottica di una perspicace strategia operativa che permise di ottenere, per entrambi, risultati di pubblico prestigio e gloria militare.”

Credits for video – VideoDrone

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