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Villa Elvira: la necropoli paleocristiana di Puteoli

Grazie alla famiglia Russolillo, proprietaria di Villa Elvira in contrada San Vito a Pozzuoli, è stato possibile riscoprire, almeno in parte uno splendido ipogeo paleocristiano.

Puteoli paleocristiana

La città di Napoli offre numerose testimonianze del periodo paleocristiano tra cui ricordiamo i grandi complessi di catacombe di San Gennaro e San Gaudioso.

Al contrario Puteoli presenta poche tracce di quel periodo, o dovremmo meglio dire presentava, poiché dalla metà del decennio scorso anche la nostra città si è arricchita di uno splendido complesso paleocristiano: la necropoli di Villa Elvira.

Una fortunata coincidenza

Villa Elvira si trova alle spalle della antica chiesetta di San Vito che secondo Angelo D’Ambrosio fu costruita su antiche vestigia. Qui all’interno della masseria Russolillo, in un’area già sottoposta a vincolo archeologico, intorno al 2005-2006 furono iniziati dei lavori per il consolidamento e la ristrutturazione di un antico casale. Durante tali lavori iniziarono ad affiorare dei resti antichi e si diede il via ad una campagna di scavi che è perdurata fino al 2009. Lo scavo ha consentito di portare alla luce un’area sepolcrale che presenta tombe di varie tipologie. L’area fu utilizzata dal II al VI sec. d.C.

I risultati della campagna di scavi

Durante gli scavi sono state rinvenute tombe in fossa terragna con copertura alla cappuccina ubicate all’interno di recinti, mausolei con tombe a cassa ricavate nel pavimento e tombe in nicchie che terminano ad arco, o arcosolia, ricavate in strutture murarie.

Generalmente le tombe non presentano un corredo funerario. Soltanto una sepoltura di un inumato di sesso femminile presenta un corredo funebre costituito da alcuni spilloni in osso. In alcune sepolture è presente una moneta, il cosiddetto obolo di Caronte. In particolare, nella tomba di un bambino dell’età di 10 o 12 anni circa, è stata rinvenuta una moneta databile al regno dell’imperatore romano Marco Aurelio, tra il 161 ed il 176 d.C.

Da notare anche la sepoltura di un bambino all’interno di un’anfora ed una tomba al cui interno vi era pure un cane. Si tratta di pratiche già documentate nel mondo antico ed anche a Puteoli.

Villa Elvira: pianta degli scavi (fonte: MIBAC)

Le tombe cristiane

Come già si è detto, all’interno del complesso funerario di Villa Elvira, sono state rinvenute alcune tombe ad arcosolia.

L’arcosolio (dal latino: “arcosolium”, ovvero “sepolcro arcato”) è una tipologia architettonica usata per monumenti funebri, tipica delle catacombe, ed è costituita da un sarcofago o da una tomba chiusa da lastre di marmo o in muratura, inserita in una nicchia sormontata da un arco a tutto sesto, in genere scavata nel tufo della parete. La sepoltura occupava interamente la parte inferiore della nicchia, e lo spazio che si veniva a creare sotto l’arco, la lunetta, veniva spesso decorato con pitture.

Alcuni arcosolia di Villa Elvira possono essere sicuramente identificati come tombe cristiane a causa dei motivi pittorici presenti nella lunetta. Sono infatti presenti il delfino, il melograno, l’uccello e soprattutto una figura maschile accompagnata da due pecore identificabile con Gesù Buon Pastore. Tale immagine è presente all’interno dell’arcosolio della Tomba del Buon Pastore riprodotta all’inizio di questo articolo.

L’arcosolio della Tomba del Buon Pastore (foto: Cristiano Fiorentino)

Un’ipotesi suggestiva

Lo studioso napoletano Raffaele Calvino, esperto del periodo paleocristiano nonché autore della fondamentale opera intitolata Diocesi scomparse in Campania, negli anni ’60 del secolo scorso, affermò che occorreva ricercare le tombe dei martiri puteolani, ed in particolare di Artema, lungo l’antica via Campana. Dello stesso avviso era il compianto Angelo D’Ambrosio il quale era convinto che la chiesetta di San Vito fosse stata costruita su edifici preesistenti più antichi. Comune era infatti l’usanza nel mondo paleocristiano di costruire monumenti e tombe vicino alla sepoltura di un santo martire.

Una temporanea conclusione

Dunque, anche nella chiesetta di San Vito, come nell’area di via Vicinale Cigliano (come abbiamo sostenuto nell’articolo sul Praetorium Falcidii presente in questo stesso sito), andrebbero forse fatti dei saggi di scavo per accertare la presenza delle tombe dei nostri santi martiri onde restituirle al popolo puteolano affinchè riscopra le proprie radici.

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